E' possibile: accettare che un amore finisca, che un rapporto si esaurisca.
Allora il discrimine tra una buona separazione e una separazione patologicamente dolorosa sta nella capacità di affrontare e gestire i conflitti della coppia, anche quelli che non possono essere accolti nelle aule giudiziarie, quelli relativi alla sfera dei sentimenti delusi o delle promesse tradite.
Nell'ambito del percorso di mediazione, di breve durata, la coppia sperimenta i propri tempi di elaborazione del conflitto, tempi duranti i quali si ridefiniscono insieme i ruoli di coniugi separati e di genitori separati.
In assenza di questo percorso di consapevolezza anche interiore dei componenti della coppia, il conflitto, nell'ambito della stessa, sopravviverà anche dopo la separazione di fatto, anche dopo lo svolgimento di tutte le attività giudiziarie dirette allo scioglimento del vincolo e all'affidamento dei figli minori.
Ciò comporterà gravi ripercussioni in termini di sofferenza e infelicità su tutta la famiglia: sui componenti la coppia separata nella relazione tra di loro e con i nuovi partner, e sui figli, destinati a vivere in solitudine il ben più gravoso conflitto persistente tra i genitori, tra le mura di due diverse abitazioni anziché sotto il tetto della famiglia in crisi.
Sul piano giudiziario si assisterà al proliferare di lunghi procedimenti contenziosi tra gli ex partner, estenuanti dal punto di vista emotivo e, costosi dal punto di vista economico